Pasqua in Tuscia: da Bagnoregio alla Cascata delle Marmore

da Sabrina
Civita_Bagnoregio

Quando si parla di Tuscia vengono subito in mente gli Etruschi e quella terra di confine che nell’antichità indicava un territorio piuttosto vasto compreso fra le Regioni di Toscana, Umbria e Lazio. Nel 2017 vi abbiamo trascorso 3 giorni, dando vita a un soleggiato weekend di Pasqua in Tuscia che ha toccato, oltre alle città di Orvieto e Spoleto, anche il borgo di Civita di Bagnoregio e la Cascata delle Marmore.

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Weekend in Tuscia fra Toscana, Umbria e Lazio

Se nel precedente articolo vi abbiamo portati a Spoleto, mettendo insieme le 5 cose da sapere per trascorrere una giornata nell’antica capitale dei duchi longobardi; in questo post ci addentriamo per i vicoli di Civita di Bagnoregio, nel Viterbese, e ci inchiniamo al cospetto della Cascata delle Marmore, nel Ternano. Che il nostro weekend di Pasqua in Tuscia possa continuare!

Civita di Bagnoregio, la città che muore

Situato in Provincia di Viterbo, a 20 km da Orvieto e 80 km dalla Cascata delle Marmore, in una terra di confine fra Toscana Umbria e Lazio, Civita di Bagnoregio è uno dei Borghi più belli d’Italia. Posizionato sulla cima di una collina stretta fra due profondi burroni nella Valle dei Calanchi,e raggiungibile esclusivamente a piedi dalla cittadina di Civita attraversando un ponte in cemento di 300 metri.

Civita di Bagnoregio, la città che muore
Civita di Bagnoregio, la città che muore

Civita di Bagnoregio è un borgo in pietra di origine etrusca ma le cui fattezze attuali si devono al Medioevo, abitato soltanto da 11 persone – il resto sono piccole attività commerciali come bar, ristoranti e negozi di souvenir; in cui per i visitatori è meraviglioso perdersi alla volta di vicoli, case in tufo coi balconi fioriti e scale esterne tipiche del medioevo su cui scattare foto ricordo.

Valle dei Calanchi - Bagnoregio
Valle dei Calanchi – Civita di Bagnoregio

Arroccato su una collina minacciata da frane e dall’erosione del terreno, Bagnoregio è anche soprannominato “la città che muore” perché purtroppo destinata a scomparire col tempo a causa dei fenomeni atmosferici.

La Cascata delle Marmore

Marmore Falls
Apertura delle acque – Marmore Falls

Trascorrendo il weekend di Pasqua in Tuscia, non potevamo non dedicare visitare la Cascata delle Marmore; un’imponente opera idraulica artificiale voluta dai romani nel 271 a.C e distante appena 8 km da Terni, che con i suoi 165 metri d’altezza è una delle più alte d’Europa.

Facilmente raggiungibile in macchina, il Parco della Cascata delle Marmore è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00, fino alle 22 il sabato e la domenica, e l’ingresso per gli adulti ha un costo di 10,00 € a persona; che diventano 7,00 € per bambini fra i 5 e i 10 anni. Di seguito alcune informazioni utili da tenere a mente:

  • per evitare di trascorrere troppo tempo in coda, soprattutto in alta stagione e durante le festività, potete acquistare il biglietto online;
  • prestate attenzione agli orari di apertura delle acque per non perdere lo spettacolo del salto della cascata nel fiume Velino, le cui acque vengono deviate a monte per alimentare un imponente sistema di centrali idroelettriche;
  • ricordate di portare con voi un k-way per ripararvi dall’acqua in alcuni tratti del percorso.
Al cospetto della Cascata delle Marmore

Curiosità sulla Cascata delle Marmore

La Cascata delle Marmore conta 3 salti principali per un totale di 6 sentieri di varia difficoltà in lunghezza, da percorre in base all’età e al tempo che si intende dedicare alla visita; immersi in una cornice suggestiva che nei secoli ha attirato l’attenzione di personaggi del calibro di Cicerone, Copernico e Byron – cui è dedicata una panca in acciaio posta a inizio percorso.

All’interno del sentiero Numero 1, di fronte al grande salto di 165 metri,  si trova il famoso Balcone degli Innamorati; un terrazzo al termine dell’omonimo tunnel, posto a pochi centimetri dalla Cascata, da cui – sappiatelo – chi si affaccia viene letteralmente travolto dagli schizzi dell’acqua impetuosa e ne esce bagnato fradicio.

La leggenda narra che il getto d’acqua che forma la Cascata principale, avrebbe la forma di un velo da sposa, creato da San Valentino – patrono di Terni e primo vescovo della città – per provare la purezza della bella Nerina, messa in dubbio dal suo compagno e futuro sposo.

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